
Contabilizzazione delle emissioni di carbonio: cos'è e perché è importante
Che cos'è la contabilizzazione delle emissioni di carbonio?
La contabilizzazione delle emissioni di carbonio può essere paragonata alla contabilità finanziaria, ossia la registrazione precisa e verificabile di ogni transazione di una data azienda, con fonti di profitto e di perdita chiaramente definite in un formato comunemente compreso e accettato. La differenza è che non si parla di denaro ma di emissioni di carbonio. Il conto dei "profitti" e delle "perdite" (in questo caso di emissioni, non di denaro) rivela quanto un'azienda sia realmente sostenibile per clienti, fornitori, consumatori, enti di regolamentazione e, strano a dirsi, per gli "altri" contabili aziendali, il cui lavoro consiste nell'attenta analisi del bilancio complessivo. Ancora una volta si sottolinea l'importanza di un'etichettatura corretta, affidabile e leggibile su spedizioni, pallet e pacchi: lo spreco di chilometri percorsi inutilmente per spedizioni errate a causa di un'etichettatura inadeguata incide sui profitti.Inoltre, la contabilizzazione delle emissioni di carbonio è importante perché i clienti, i fornitori e i consumatori sono sempre più ansiosi di ricevere informazioni sulle emissioni di carbonio, sulle parti della catena di fornitura che ne sono responsabili e sulle misure adottate per ridurle (non compensarle). Ma questo interesse non riguarda solo gli stakeholder; sono infatti in arrivo nuove normative internazionali e locali. Introdotta a fine 2022, la Direttiva UE riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD) ha introdotto l'obbligo per le grandi imprese (ossia, quelle con più di 250 dipendenti o con ricavi superiori a 40 milioni di euro l'anno, insieme ad altri criteri) di comunicare i dati del 2024 entro inizio 2025. Nel frattempo, iniziano a delinearsi standard comuni per la quantificazione e la rendicontazione dei gas a effetto serra derivanti dalle operazioni della catena di trasporto. La norma ISO 14083:2023 definisce un quadro di orientamento futuro per le organizzazioni della filiera di fornitura.
Contabilizzazione delle emissioni di carbonio per realizzare gli obiettivi climatici
Le imprese che non adotteranno prontamente misure per gestire e, successivamente, ridurre le proprie emissioni di carbonio rischieranno di accumulare un ritardo difficilmente colmabile entro la seconda metà di questo decennio. Non è più sufficiente compensare: è necessario ridurre le emissioni di carbonio. In breve, se si desidera raggiungere gli obiettivi climatici, rispettare le normative attuali e future e, allo stesso tempo, proteggere il proprio marchio la propria reputazione, occorre contabilizzare le emissioni in modo conforme agli standard concordati.
Nel settore logistico le emissioni contano più di molti altri
Negli Stati Uniti, il trasporto (incluso l’uso delle auto private) è il principale “colpevole”, responsabile del 29% di tutte le emissioni¹ Nell'UE il trasporto ha rappresentato il 25% delle emissioni totali nel 2020², distinguendosi nell'affrontare la riduzione di queste cifre proponendo nuove normative, nell'ambito dell'iniziativa "Pronti per il 55%", che mira a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) del 55% entro il 2030, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Si tratta di un piano ambizioso, per non dire controverso, in cui il passaggio a modalità di trasporto alternative rappresenta un elemento fondamentale.
Questo piano prevede che le grandi imprese abbiano l'obbligo di presentare i dati sulle emissioni come parte della loro rendicontazione ESG (Environmental, Social and Governance). Sebbene i requisiti si applichino attualmente solo ai grandi operatori, le piccole e medie imprese non devono presumere automaticamente che ne saranno sempre esentate perché il vantaggio competitivo è un beneficio irrinunciabile e la capacità di sfruttare questi dati può solo favorire questa ambizione.
Come vengono classificate le emissioni
Le emissioni sono generalmente raggruppate in due categorie: emissioni dirette (quelle prodotte dall'azienda stessa) ed emissioni indirette (quelle prodotte altrove ma di cui l'azienda ha bisogno per funzionare). Ai fini del calcolo e della rendicontazione, le emissioni GHG vengono suddivise in tre categorie più precise:
Scope 1 – Emissioni dirette
Sono le emissioni prodotte e controllate direttamente dall'azienda e dai suoi asset: edifici, veicoli e apparecchiature rientrano tutti in questa categoria.
Scope 2 – Emissioni indirette
Ovvero le emissioni che non vengono prodotte direttamente dall'azienda ma che sono necessarie per il suo funzionamento efficiente: elettricità, luce e calore sono alcuni esempi.
Scope 3 - Emissioni indirette provenienti dalla catena del valore dell’azienda
La più complessa, perché raggruppa tutte le emissioni prodotte a monte e a valle nella catena di fornitura, ma di cui l'azienda non è direttamente responsabile. L'acquisto, l'utilizzo e lo smaltimento di prodotti o servizi da parte dei fornitori rientrano tutti in questa categoria; sono inclusi anche i viaggi di lavoro e gli spostamenti dei dipendenti.
La misurazione delle emissioni di carbonio è quindi complicata, ma l'UE si sta muovendo rapidamente verso l'armonizzazione degli standard guidata dal GLEC (Global Logistics and Emissions Council), un framework istituito nel 2014 con l'obiettivo di stabilire le linee guida specifiche del settore. La norma ISO 14083, recentemente approvata, consente ora di calcolare e comunicare in modo coerente le emissioni GHG nella logistica a livello globale, con particolare attenzione all'assistenza sullo Scope 3.
Appare chiaro che i primi ad adottare la norma ISO 14083 saranno avvantaggiati rispetto alla concorrenza. L'ottenimento tempestivo della certificazione ISO 14083 dimostra l'impegno significativo dell'azienda verso la sostenibilità e gli obiettivi net zero. Il passaggio a una gestione sostenibile della produzione e del magazzino è inevitabile per tutte le aziende, ma quelle che realizzano per prime questo obiettivo ispireranno fiducia ai propri clienti e azionisti, oltre a crearsi una buona reputazione a lungo termine.
Una maggiore trasparenza riduce i rischi. Naturalmente, per poter rendicontare e ridurre le emissioni della propria filiera di fornitura, è necessaria la più completa trasparenza per raccogliere i dati in modo accurato. Raggiungere questo livello di supervisione assicurerà vantaggi che vanno oltre la rendicontazione e la riduzione delle emissioni di carbonio. Infatti, aiuterà l'azienda a individuare le aree di rischio o di intralcio con i fornitori.
Come recita una vecchia massima, non si può gestire ciò che non si può misurare. Una profonda comprensione delle performance dell'azienda e della filiera di fornitura in termini di emissioni, supportata da prove, rivela dove è possibile apportare cambiamenti: passare a un'altra modalità di trasporto, rivedere dei processi con un fornitore, esaminare nuovamente le sedi e gli edifici, analizzare i contratti con nuovi criteri. L'opportunità a lungo attesa di gestire le emissioni in modo economicamente vantaggioso potrebbe essere finalmente arrivata. Inoltre, non va dimenticato che questo evidenzia ancora una volta l'importanza di un'etichettatura corretta, affidabile, leggibile e ripetibile: un pacco letto male o spedito in modo errato a causa di un'etichetta illeggibile può compromettere in un attimo i piani di riduzione del carbonio accuratamente predisposti, poiché lo spreco di chilometri percorsi inutilmente fa aumentare il debito di emissioni di carbonio nella contabilizzazione.
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